la dualità corpo fisico - Essere
Trattamenti

SFOGLIANDO IL LIBRO DELLA VITA

LA COMPLESSA E MERAVIGLIOSA COESISTENZA DI CORPO E SPIRITO

Oggi più che mai, mentre viviamo questo delicato periodo storico, per tanti versi così inquinato da istanze oscure, sentiamo il bisogno di accostarci alla spiritualità più autentica, l’unica in grado di riconciliarci con l’universo e farci nuovamente sentire la centralità dell’Uomo e del progetto umano.

Ma sbaglieremmo di grosso se cercassimo lo Spirito fuori di noi… esso ci è in realtà molto vicino e ciascuno di noi lo vive, più o meno incoscientemente, nella vita di ogni giorno. Cercare l’incontro con “esso” è forse lo scopo più alto della vita di ogni persona.

Nei miei articoli ho citato spesso l’Essere, ossia quell’entità spirituale che abita il corpo dell’uomo recando in sé un’esperienza antica e di natura divina: altri lo chiamano, a seconda dei casi, Anima, Sé Superiore, Monade, IO Spirituale, eccetera.

Voglio oggi portare una mia recente esperienza che ha avuto un forte impatto emotivo su di me e sulle altre persone coinvolte. Un’esperienza che, a dispetto dell’apparente non lieto fine, può fornire una potente chiave di lettura dell’esistenza di tutti noi.

Alcuni mesi fa, due sorelle, mie conoscenti, mi chiedono un aiuto per il padre, ospedalizzato e gravemente malato. La storicità di questa persona appare subito complessa e significativamente compromessa: un grave incidente, risalente a oltre 35 anni fa, crea la base per una serie di patologie progressivamente invalidanti. Un secondo e più recente incidente porta a un ulteriore peggioramento del quadro. Crisi epilettiche, scompenso cardiaco, ictus… il tutto accompagnato da altre sintomatologie che gli stessi medici non esitano a definire “strane”. Mesi di ospedale non apportano alcun miglioramento. L’uomo entra infine in uno stato di coma e tutta la famiglia è molto provata.

I miei lettori abituali sanno bene che non mi è consentito lavorare in profondità su un soggetto non informato e consenziente. Come posso affrontare il caso di questa persona, per nulla “credente” e comunque ormai non cosciente?

Dall’alto, tuttavia, i Maestri mi incitano a non rinunciare a un tentativo di approccio “energetico” e così, una notte, timidamente, mi presento in astrale all’Essere di questa persona. Questo primo incontro dà l’avvio, nelle nottate successive, a un sottile dialogo spirituale. Inizialmente, punto a ottenere il permesso di operare nel corpo, con gli strumenti che ho imparato a padroneggiare. In effetti, il permesso mi viene in principio accordato e nei giorni successivi si verifica, tra l’altro, una temporanea uscita dallo stato comatoso.

Ma la situazione si orienta presto a uno sviluppo del tutto diverso. L’Essere proprietario del corpo non ha affatto le idee chiare su come debba gestire il proprio futuro. Mi informa, significativamente: “Non ho ancora finito di sfogliare le pagine del mio Libro della Vita”.

Alcune notti più tardi, mentre sono in contatto energetico con lui, sento distintamente una voce maschile che mi apostrofa con fermezza: “Io non desidero più niente, ti ringrazio infinitamente del tuo aiuto, ma io mi fermo qui!”

Non faccio a tempo a riprendermi dallo stupore che un forte e secco rumore nella stanza mi dà la conferma della realtà di questa comunicazione. È un modo chiaro e inconfutabile che ho sviluppato nel corso degli anni con i Maestri per avere la certezza di quanto accaduto.

Pochi giorni dopo, avverto nuovamente la voce, ma questa volta mi appare sommessa, indistinta, non afferro le parole… Sento che il genitore delle mie amiche ha fatto il suo complevita. Poco più tardi, la conferma.

Nel rapportarci all’Essere (sia esso il “nostro” o quello di altri) non dobbiamo commettere l’errore di credere che il nostro aiuto sia privo di utilità. Come Operatori di Luce, siamo chiamati a portare energia, sempre secondo opportunità e rispettando la legge del Libero Arbitrio. Questa energia è preziosa per l’Essere, che ne può usufruire per guarire il corpo o – se lo ritiene opportuno – per affrontare il passaggio.

Quando la quotidianità ci mette sotto pressione, andiamo alla ricerca dei segnali sottili che ci possono portare alla comunione col nostro Essere. Eleviamo il pensiero, non lasciamolo stagnare… il pensiero negativo, persistente e martellante, soffoca l’esistenza rubandoci la libertà.

Grande è il mistero di questa dualità tra l’uomo corporeo e l’Essere e lo possiamo solo coltivare e nutrire giorno dopo giorno. Sapendo che nel momento in cui il segreto sarà svelato, vorrà dire che la vita materiale è terminata.

 

(Rif.: ESPIRA B041)