La gravidanza e il fortissimo rapporto tra madre e figlio
Esperienze

MADRE E FIGLI, UN AMORE SENZA TEMPO

COME MIA MADRE CONTINUA A ESSERMI VICINA

Il lungo periodo trascorso dall’ultima pubblicazione su questo sito è stato principalmente dovuto a un mio profondo bisogno di elaborare il lutto per la scomparsa di mia mamma.

Si è trattato di un processo lento e ricco di emozioni e non dovrebbe stupire più di tanto il fatto che la mia capacità di sentire e di interagire con i cosiddetti trapassati, e in particolare con lei, non sia stata sufficiente a evitarmi dolore, privazione, solitudine.

Quado l’Essere oltrepassa quel momento cruciale che è per lui il “complevita” (un evento che siamo soliti banalizzare usando il termine, del tutto inadeguato, di “morte”) il suo rapporto con i vivi subisce una profonda trasformazione e anche coloro che, per naturale talento, sono in grado di percepirne la persistenza, non possono facilmente rassegnarsi alla perdita di quella figura materiale che per l’intera vita ha rappresentato un punto di riferimento tanto centrale.

Già nel momento in cui fu chiaro che si appressava il momento del passaggio, in quegli ultimi atti della sua vita terrena durante i quali ho avuto il privilegio di poterla preparare e accompagnare spiritualmente, tutto l’universo del nostro rapporto iniziava a modificarsi magicamente. La notte stessa della sua dipartita mi si è manifestata in modo evidente, sotto forma di un battito d’ali. La sua presenza si è poi fatta più significativa e concreta nella mattinata del primo e del secondo giorno. In quei frangenti, lei si è manifestata come presenza viva nel mio letto, coccolandomi e accarezzandomi come era solita fare prima che la malattia degli anziani le portasse via la lucidità. La sensazione che suscitava in me era come di tornare nel suo ventre materno…

Non poterono non tornarmi alla mente le poderose parole con cui Alfred Tomatis tratteggia il rapporto tra la madre e il feto che porta in grembo, e la dolorosa necessità di quella separazione che, alla nascita, è simbolizzata ma anche fisicamente sancita dal taglio del cordone ombelicale. In modo non molto diverso dobbiamo figurarci questa ulteriore separazione che, alla morte di una madre, viene a stravolgere quel rapporto, quella simbiosi così inesorabilmente e ostinatamente profonda.

Ma c’è ben di più. Ripreso il lavoro, ripresi i trattamenti alle persone, non ho tardato a rendermi conto che mamma era costantemente presente nel corso dei lavori, quasi un tutt’uno con la mia individualità di Operatrice di Luce.

Me ne accorsi in modo particolare al termine di uno dei primi trattamenti effettuati dopo il complevita della mamma. Dopo aver congedato il cliente, ebbi la chiara visione di lei, che si rivolgeva a me dicendo: “Ma ti sei resa conto che abbiamo comunicato? Ti sei accorta che ero accanto a te?”

Sono tornata indietro con la memoria e con la percezione spirituale e mi sono resa conto con chiarezza estrema che, sì, avevo lavorato con le mie Guide, i Maestri, ma che ad essi si era aggiunta una nuova presenza. E, da allora, questa presenza è stata un elemento costante e meraviglioso.

Sinché lei era in vita, non avevo potuto rendermi conto di quanto elevato fosse spiritualmente il suo Essere!

Non sono certo il tipo che esalta e incensa chi non c’è più. A mia mamma, come a molti altri, non la “mando a dire” relativamente a certi episodi della nostra vita insieme… Ma, oggettivamente, non mi era mai capitato di constatare un così veloce percorso di risveglio e di elevazione da parte di un trapassato, tale per cui a pochi mesi dalla partenza già si rivelasse in grado di interagire in modo così concreto nel rapporto con coloro che sono rimasti da questa parte! Un’esperienza veramente unica, che mi dà la netta misura del grado di evoluzione posseduto dall’Essere che su questo pianeta aveva assunto l’identità della mia mamma Zaveria.

Come ultima riflessione, ho davvero potuto approfondirmi in questa conoscenza del possente legame tra madre e figlia, un legame che non ho vissuto nella dimensione di madre ma che ora posso rimirare nella sua stupefacente singolarità. E mi viene molto più facile comprendere quell’espressione di dubbio e di paura che assale ogni madre quando propongo loro il “taglio del cordone ombelicale energetico” con il figlio (vedi per esempio l’articolo del 7/11/2021). Certo, il “taglio” di quel legame, che più volte ho praticato su di me e mia mamma quando era in vita, spesso per sua stessa richiesta, rimane un atto utile alla crescita individuale di entrambi i soggetti, ma tutta questa nuova esperienza mi aiuta a comprenderne più a fondo la natura.

 

(Rif.: ESPIRA B042)