LEGAMI E VINCOLI ENERGETICI
TAGLIARE I “CORDONI OMBELICALI” CHE CI LEGANO IN MODO IMPROPRIO AGLI ALTRI
Nel mio precedente articolo, ho accennato al taglio di un “cordone energetico” che legava tra loro una nonna e la nipote. Simili legami sono piuttosto diffusi e richiamano spesso l’attenzione dell’operatore olistico… ma di cosa si tratta esattamente? E, soprattutto, perché dovremmo eliminarli? Oggi cercherò di rispondere a queste domande, dandovi una breve descrizione del fenomeno.
Siamo giustamente abituati a considerare in modo assolutamente positivo i legami emotivi, sentimentali ed empatici con le persone che ci sono vicine e credo che su questo non ci sia niente da eccepire. Tuttavia, chi ha una certa dimestichezza con il Metodo E.SPIR.A. o anche con altre discipline spirituali, si è probabilmente abituato a non giudicare con eccessiva superficialità certe forme di attaccamento energetico.
Se infatti affrontiamo la cosa dal punto di vista spirituale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di una componente potenzialmente negativa dei nostri rapporti affettivi, componente che si concretizza in un legame energetico condizionante e limitante con gli oggetti della nostra attenzione, siano essi persone, animali o anche cose.
Con questo non vogliamo certo sminuire il valore dei sentimenti e la ricchezza dei rapporti umani, ma semplicemente portare a piena consapevolezza ciò che può esservi di nascosto o di non del tutto limpido nel nostro agire e nel nostro sentire.
Noi definiamo questo fenomeno con il termine “cordone ombelicale energetico” e non a caso! Difatti questo tipo di legame mima quello che è il cordone per antonomasia, ossia quello tra madre e feto. Tant’è vero che alla vista del veggente queste formazioni appaiono di solito posizionate proprio in corrispondenza dell’ombelico.
Ma in cosa, esattamente, possono nuocerci questi vincoli, che ad un’analisi superficiale potremmo addirittura essere tentati di giudicare come qualcosa di bello e nobile? In diversi modi.
Anzitutto, dato che ci condizionano in modo invisibile, essi costituiscono un limite alla nostra libertà e, di conseguenza, guastano in definitiva anche la bellezza e la purezza della relazione…
In secondo luogo, essi ci espongono a possibili interferenze provenienti da chi si trova “all’altro capo del filo”… Dovremmo chiederci più spesso quanto delle nostre difficoltà emotive e fisiche ci competa davvero, e quanto invece non ci sia trasmesso in qualche modo da una eccessiva partecipazione ai problemi altrui.
Infine, non va dimenticato che, come molte altre manifestazioni “energetiche”, siamo in presenza di qualcosa che viene facilmente creato, ma che, senza un intervento diretto, può essere molto difficile staccare… al punto da mantenersi intatto nelle vite successive degli Esseri coinvolti, finendo per creare tutta una serie di problemi interpersonali di difficile interpretazione e soluzione.
Nonostante questi buoni argomenti, mi capita ancora di trovare molta riluttanza, soprattutto da parte delle madri a cui propongo il “taglio” del cordone energetico che ancora le lega ai propri figli. Si spaventano a udire questa parola, e preferirebbero che si usasse un termine differente, come “scioglimento” del cordone. Ma qui, proprio di taglio si parla, in modo del tutto analogo a quanto si pratica sul cordone ombelicale fisico al momento della nascita! Anche in altri tipi di rapporto ho riscontrato resistenze simili, addirittura anche nei legami che vengono a crearsi tra le cose e le persone.
Eppure, la totalità di quanti si sono sottoposti a questo tipo di riequilibratura aurica riferisce che, nel periodo successivo al taglio, il rapporto non viene certo compromesso o impoverito, ma casomai arricchito in serenità, consapevolezza e reciproco beneficio.
Per concludere, nel pieno rispetto di tutti i punti di vista, l’Operatore di Luce non può che invitare ciascuno a considerare spassionatamente i propri vincoli interpersonali, per domandarsi quanto essi siano effettivamente liberi da condizionamenti e pesi. Perché, se è vero che il “taglio” può essere facilmente attuato da chi ne conosca il metodo, è altrettanto vero che solo un giusto ed equilibrato atteggiamento verso gli altri può prevenirne la creazione.
(Rif.: ESPIRA B028)