Papa Giovanni Paolo II
Esperienze

CHI È PER ME GIOVANNI PAOLO II

UN RICORDO DELLA MIA INFANZIA LEGATO AL PONTEFICE DI CUI RICORRE OGGI IL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

Nel giorno del tuo centesimo compleanno, voglio dedicarti questo mio piccolo pensiero, Papa Giovanni Paolo II. Con te il mondo intero ha potuto godere di una persona unica, speciale e dotata di una carica umana immensa.

Ti vidi per la prima volta all’età di 11 anni, nel giorno della tua elezione a Papa, in televisione.

Io mi trovavo in una stanza di ospedale, dove la mia vita si era fermata per tre lunghi mesi, in compagnia di un turbinio di pensieri tetri, offuscati dall’imminenza della morte

Gli ospedali allora non erano come oggi, i malati occupavano stanze di venti letti, divisi in due file. L’unico televisore si trovava appeso all’entrata di questo immenso stanzone e ho vivissimo il ricordo dell’assembramento di gente intenta a guardare con curiosità la proclamazione di questo nuovo Papa, primo papa straniero dopo quasi 500 anni.

Si diceva che sarebbe giunto un Papa dall’estero, che avrebbe portato un grosso beneficio per tutte le anime del mondo. Tu avevi allora 58 anni.

Ricordo che alzai a mia volta lo sguardo per osservare… le lacrime sgorgavano spontaneamente dai miei occhi, solcandomi le guance. Espressi questo pensiero: “Tu, Papa straniero, che arrivi qua nei nostri cuori, tu non mi conosci. Sono solo una piccola bimba a cui è stato diagnosticato un tumore, e che forse potrà vivere solo pochi mesi. Io ti chiedo, aiutami, so che tu puoi farlo. Da quel posto dove adesso abiterai ti chiedo di inviarmi il tuo aiuto, affinché io possa guarire, possa continuare a vivere. Non voglio morire, non ora… sono troppo giovane. Aiutami, affido a te la mia vita.”

Dopodiché venni operata.

A questo ricordo si aggiunge quello di una frase che sentii dire al medico da mio padre: “O lei la opera, o io porto via mia figlia, perché io voglio molto bene a mia figlia!”

Solo pochi anni fa mi sono resa conto che sia a te – così potente energeticamente, con il tuo spirito libero pieno di amore universale – sia all’amore che mio padre provava per me, sono debitrice delle chiavi che mi hanno condotta alla guarigione.

 

(Rif.: ESPIRA B005)